martedì 27 luglio 2010

Martedì, 27 luglio 2010


Giorno 22: torniamo al nostro emisfero


Sono le 6.37, siamo a Dubai e stiamo aspettando l'ultimo volo. Qui niente gatti, ma in compenso ci sono gli uccellini che svolazzano per il terminal. Passeggiando per ingannare l'attesa abbiamo anche trovato la ragazza immagine della Sorini, che ci ha regalato un sacchetto di cioccolatini Castelleonesi. Stiamo tornando a casa!

Lunedì, 26 luglio 2010

Giorno 21: balinese massage

Stamattina ci svegliamo mentre fuori imperversa il diluvio. Dato che piscina e spiaggia non sono prospettive allettanti facciamo colazione con calma, prepariamo le valige e camminiamo verso il centro di Nusa Dua, che è affollato di Spa. Ognuna cerca di accalappiarsi i clienti uscendo sul marciapiede e proponendo sconti. Ne scegliamo una più o meno casualmente, e ci lasciamo coccolare per un'ora intera. Abbiamo giusto il tempo per un pranzo veloce e le ultime compere (compreso l'olio per i massaggi al gelsomino, come quello di cui ancora odoriamo abbondantemente), prima di partire per l'aeroporto.
In aeroporto a Giacarta, aspettando il volo per Dubai, assistiamo ad una zuffa tra un branco di gatti, che si rincorrono sui nastri trasportatori dei bagagli. Chissà dove sono i nostri bagagli!?!

lunedì 26 luglio 2010

Domenica, 25 luglio 2010

Giorno 20: do you speak English?

Ci rechiamo al porto per le 10 per lasciare Gili. Durante l'attesa assistiamo allo scaricamento di un intero carico di mattoni. Qui gli scaricatori di porto sono delle rispettabili signore in sarong che portano sulla testa ceste piene di mattoni.
Rientriamo a Bali con il trasferimento inverso barca + minibus, totale quattro ore e mezza di viaggio: la parte piu' lunga purtroppo sono i 45 Km che separano il porto di Padang Bai dal nostro hotel a Nusa Dua. Sembra piu' un camel trophy che non una strada a doppia corsia: ponti in costruzione, parti sterrate, buche ovunque, cambi di corsia. E' peggio della Salerno - Reggio Calabria!
Arriviamo in hotel, ci prepariamo e ci rechiamo in spiaggia. Olga sta leggendo (il libro di Alberto) e Alberto si sta guardando in giro aspettando il suo turno (stiamo leggendo contemporaneamente lo stesso libro, ma non siamo sincronizzati). Alberto chiama Olga: "psst ... quattro bambini ci stanno guardando ..."; la scenetta e' pittoresca: i quattro bambini (tre maschi ed una femmina) sono disposti a mo' di tifo in tribuna, tre sdraiati davanti ed uno rannicchiato dietro. Per attirare la nostra attenzione cominciano a contare in inglese, ma si fermano a 28. Ci infiliamo in una conversazione estremamente gustosa un po' a gesti, un po' in indonesiano ed un po' in inglese. Scopriamo i loro nomi e le loro preferenze calcistiche; preferiscono di gran lunga nasi e mie goreng alla pizza, non disdegnano hamburger e hot dog. Ci scherzano perche' siamo bianchi e rossi. Le loro mamme stanno sfruttando la bassa marea per pescare qualcosa che ci descrivono come "serpenti neri", ottimi alla griglia: che siano anguille? Ad un certo punto ci salutano, sempre ridendo, ed anche noi torniamo in albergo.
Per l'ultima serata a Bali abbiamo un programma speciale: grigliata di pesce al Damos Cafe' sulla spiaggia di Jimbaran. In questo ristorante ci scegliamo due pescioloni degni di tal nome (signori, si tratta di chili e chili di pesce!) e mangiamo con calma al tavolo n.1, fronte mare, a lume di candela.

sabato 24 luglio 2010

Sabato, 24 luglio 2010

Giorno 19: le tartarughe sono in ferie

Oggi ci lasciamo allettare da un'alternativa al completo relax in spiaggia: una gita in barca che tocca i punti dell'arcipelago più vivaci per lo snokeling.
L'organizzazione della partenza è un tipico esempio dell'"efficienza" indonesiana: appena ci presentiamo ad acquistare il biglietto l'orario di partenza viene posticipato di mezz'ora. In questa mezz'ora vediamo arrivare più di un centinaio di persone, e la cosa ci spaventa un po', dato che la gita dovrebbe essere per 20-25 persone. Scopriamo che nello stesso punto, e più o meno alla stessa ora, c'è il ritrovo per tre destinazioni diverse: gita snorkeling, barca veloce per Bali, barca dei subacquei.
La prima azione degli organizzatori è separare sommariamente i tre gruppi gridando "snorkeling!", "diving!", "Bali!". A questo punto un addetto ritira tutti i voucher degli snorkelers, chiedendo a quante persone faccia riferimento (informazione peraltro scritta sul voucher stesso) e chiedendo più volte a tutti il voucher, anche se lui stesso è passato a ritirarlo. Infine, i nostri marinai, osservando che una barca non è comunque sufficiente per tutti, cominciano a riempirne una, seguendo un criterio a noi tutt'ora ignoto, e secondo il quale finiamo nella seconda. Durante l'operazione di imbarco, naturalmente, i marinai non hanno più modo di controllare chi ha pagato e chi no, e nemmeno quante persone ci siano in ciascun gruppo. Alla fine ci imbarcano tutti e partiamo (e speriamo che siano anche tornati tutti a casa!).
La gita è spettacolare: ad ogni tappa i pesci non si risparmiano. Ad un certo punto un banco di pesci avvolge Alberto,per convincerlo ad estrarre il cibo (che lui non ha, a differenza di altri partecipanti che si sono attrezzati con sacchetti di plastica contenenti pane). Ne esce anche qualche foto carina. Le uniche che non si degnano di mostrarsi sono le tanto decantate tartarughe. Peccato!
Al ritorno ci fermiamo in spiaggia per un po' di relax ed un set fotografico al tramonto.

venerdì 23 luglio 2010

Venerdì, 23 luglio 2010

Giorno 18: siamo in un coccheto

Abbiamo coniato una nuova parola: tanti alberi da cocco formano un coccheto; logico, no? La zona centrale dell'isola, dove si trova il nostro albergo, è un immenso coccheto popolato anche da contadini con galli e galline, capre, mucche e vitellini e gatti.
Oggi giornata relax. La spiaggia dell'albergo ha di fronte un pezzo di barriera corallina che non è niente male. Oggi la esploriamo, nuotando in mezzo a tantissimi pesci colorati.
Verso le cinque muniti di drinks (coca zero e fanta strawberry ... da evitare) comprati al supermercatino, e ci spostiamo in bicicletta sull'altra sponda dell'isola, per ammirare il tramonto. Al rientro ci tuffiamo nella piscina dell'albergo: 80 metri di lunghezza e tanta acqua salata!

giovedì 22 luglio 2010

Giovedì, 22 luglio 2010


Giorno 17: niente maglia rosa, per oggi ...

Alle 6 ci dirigiamo al ristorante del Ramada: normalmente la colazione comincia solo alle 6.30, ma alla reception ci hanno gentilmente concesso un anticipo, visto che alle 6.30 dobbiamo partire. In realtà troviamo la sala parecchio animata da una comitiva di asiatici dalla nazionalità per noi incomprensibile. La loro colazione sembra essere al termine, visto che sono già arrivati al brindisi con generose quantità di whisky.
Il trasferimento di oggi prevede minibus e barca veloce, e prima delle 11 approdiamo a Gili Trawangan. Qui non possono circolare mezzi a motore, quindi ci assicuriamo i servigi di un "cidomo", ovvero un pittoresco calesse trainato da un simpatico cavallino.
I proprietari dell'hotel sono due padovani molto simpatici ed accoglienti: si prodigano in consigli e ci forniscono di due biciclette per girare sull'isola.
Decidiamo di fermarci per pranzo e poi fare subito tutto il giro dell'isola, dato che sono SOLO 8 Km. L'imprevisto è che almeno la metà di questi 8 Km è spiaggia utilizzata come strada, e quindi richiede non solo di scendere dalla bicicletta, ma anche di TRASCINARE la bicicletta; il tutto sotto il sole delle due del pomeriggio all'equatore. Usciti vivi dall'impresa scoliamo un delizioso Pocari Sweat (isotonico locale) e ci svacchiamo in spiaggia. Il ricordo dei chilometri percorsi non è sufficiente a farci desistere dal ripetere l'impresa per gustarci il tramonto dall'altra parte dell'isola; solo questa volta siamo abbastanza accorti da fare sia all'andata che al ritorno la strada a sud, più battuta.

Mercoledì, 21 luglio 2010

Giorno 16: dritti verso il sole

Come al solito, partenza alla mattina presto: alle 6 siamo già pronti ad aspettare la "barca veloce" che ci riporterà a riva. Stavolta siamo preparati al peggio: abbigliamento tattico e disposizione accurata degli oggetti nelle valige. Fortunatamente il mare è piatto, la barca è un po' migliore di quella della partenza ed i bagagli sono coperti meglio, quindi viaggiamo in tutta tranquillità ed arriviamo completamente asciutti. Anzi, durante i 40 minuti di trasferimento ci godiamo una magnifica alba, visto che la direzione che puntiamo è proprio est.
All'arrivo a Denpasar ci riaccoglie l'atmosfera magica di Bali: come non rallegrarsi davanti al piattino di fiori persino nel bagno dell'aeroporto e non essere colpiti dagli onnipresenti tempietti e dai cestini delle offerte sparsi un po' ovunque.
Nel pomeriggio non possiamo fare altro che riposare come sassi sotto un gazebo a bordo piscina; per la serata, invece, raccogliamo il suggerimento del consierge, il nostro amico Guitara, e ci facciamo prenotare trasferimento a Jimbaran per le 17.30; l'intenzione è ammirare il celebre tramonto e cenare sulla spiaggia.
Arriviamo appena in tempo per goderci il tramonto: davvero lo spettacolo merita! Poi, vinti dalla fame, intorno alle 18.30 andiamo a sceglierci dei bei pescioloni e ce li facciamo cucinare alla griglia.

Martedì, 20 luglio 2010

Giorno 15: il cobra non è un serpente ...

Mattinata relax a prendere il sole e fare il bagno su una spiaggia deserta, come tutte le altre qui intorno. Nel pomeriggio ci aspettano i draghi (ma non con il tè ed i pasticcini!): appena raggiunto il molo incontriamo il primo esemplare, che sonnecchia pigro sulle rocce. Il secondo si nasconde sotto la palafitta dei rangers, ed è stato azzoppato da un suo simile durante un combattimento due anni fa. La guida è un bambino con un grosso bastone. Ci fa strada nella foresta, scrutando tra la vegetazione per individuare la presenza di altri esemplari, ben sapendo che saranno più attivi e pericolosi; il vero pericolo, però, non arriva dalla macchia ma da un albero: mentre siamo intenti ad osservare le palme su un lato del sentiero la nostra attenzione è richiamata da un soffio simile a quello di un gatto arrabbiato alle nostre spalle. E' nientemeno che un cobra, che ci sta minacciando dal ramo di un albero con tanto di alucce aperte! Senza perdere la calma, ma con una certa strizza, ci allontaniamo dal suo albero, e questi per fortuna si dilegua nella foresta.
Poco più avanti scorgiamo un drago in buona salute: non sembra molto interessato a noi; ci guarda di sottecchi e dopo averci concesso qualche foto se ne va.
Ritorniamo alla nave solo per caricare altri passeggeri e ripartire per l'isola delle mangrovie, da cui si osserva un tramonto mozzafiato ed un fenomeno molto singolare: al calar del sole migliaia di grossi pipistrelli lasciano l'isoletta per dirigersi in massa sull'isola di Flores per cercare cibo. Chissà dove se sono riusciti a prenotare un tavolo unico!!!
Come ultimo regalo il cuoco della barca prepara di nuovo i suoi calamari fritti ... diviiiiini!!

Lunedì, 19 luglio 2010

Giorno 14: barbeque sotto le stelle

La prima prova della giornata consiste nel raggiungere, sempre tramite "barca veloce" un isolotto poco distante dalla nave (che la mattina presto si è spostata). Purtroppo il vento è ancora forte e le onde alte. Lo scafista prova in tutti i modi ad avvicinarsi alla spiaggia, ma alla fine prima ci propone di raggiungere l'isolotto a nuoto, poi desiste e ci riporta alla nave.
Il pomeriggio abbiamo più fortuna e riusciamo ad approdare su un'isoletta diversa. Facciamo una bellissima camminata nella savana, incontrando anche dei cervi, fino a raggiungere una spiaggia da cartolina, che i frammenti di corallo colorano di rosa. Ci concediamo il primo bagno ed aspettiamo il tramonto prima di tornare a bordo.
Per la sera ci aspetta una sorpresa: per festeggiare la nostra luna di miele l'equipaggio ha organizzato una grigliata sulla spiaggia, con tanto di torta e candelina! Il cibo in barca è sempre squisito, ma stasera si sono davvero superati.

Domenica, 18 luglio 2010

Giorno 13: viaggio bagnato, viaggio fortunato

Altra levataccia: il taxi ci aspetta alle 5 per portarci in aeroporto e volare a Labuan Bajo, da cui raggiungeremo Mona Lisa, il nostro hotel galleggiante per le prossime tre notti.
La compagnia aerea è Avia Star, che come quasi tutte le compagnie aeree indonesiane non è nella lista di quelle autorizzate negli aeroporti europei, il che aggiunge un po' di brivido alla partenza.
Altro brivido lo proviamo durante l'ora e mezza di trasferimento con barca veloce dal porto di Labuan Bajo alla Mona Lisa. La barca veloce, infatti, non è altro che una barchetta di legno con un poderoso motore al posteriore, che la fa letteralmente volare sulle onde, con le conseguenti innumerevoli ed abbondanti secchiate di acqua salata sui cinque passeggeri ed i loro bagagli (che non sono stati neppure coperti). Nel mezzo del trasferimento finisce pure la benzina, poi si ingolfa il motore, e servono sette o otto minuti buoni per farlo ripartire.
Arriviamo alla Mona Lisa completamente zuppi. Il "capitano" ci guarda costernato e ci offre immediatamente una combo doccia + frullato di mango che risolleva il morale.
Passiamo il resto della giornata in barca, a leggere e dormicchiare, cullati dalle onde.

sabato 17 luglio 2010

Qualche foto

Dato che nei prossimi giorni saremo nel parco del Komodo, e probabilmente non avremo connessione, vi lasicamo qualche cartolina ...

Tempio di Prambanan (Java)


Monte Bromo (Java)


Cascata di Munduk (Bali)


Tempio sul lago di Batukaru (Bali)


Tempio di Tanah Lot (Java)

Sabato, 17 luglio 2010


Giorno 12: animal honeymoon

Ore 4.30 del mattino. Olga: "Alberto, Alberto, un animale mi ha leccato il mignolo!!". Alberto: "Ma noo, è impossibile!". Olga: "E' vero, è vero, io ho spostato la mano e lui è caduto". Segue zoo-safari in camera, alla caccia dell'animale, che scopriamo aver prima sventrato la bustina usata della tisana alla frutta che avevamo lasciato in veranda (aperitivo), e poi attaccato la banana del nostro cesto di benvenuto in camera, con tutta la buccia, ancora protetta dal cellophane (main course). La bestia viene avvistata sotto il letto (rivela essersi un grosso geco, di quelli che ci portano tanta fortuna!), ma ovviamente non è nelle nostre possibilità riuscire a prenderla, nè tantomeno convincerla ad andarsene. Torniamo quindi a dormire, rassegnati ad offrire ospitalità almeno per questa notte.
La mattina partiamo per le ultime escursioni del nostro tour di Bali. Prima di tutto spettacolo di danza Barong, l'eterna lotta tra bene e male, dove il bene è rappresentato da un gattone animato da due uomini; seconda tappa foresta delle scimmie; ultima visita: tempio sul mare di Tanah Lot. Gli incontri ravvicinati con le bestie non sono finiti: Alberto viene palpeggiato a tradimento da una scimmia, che pensava avesse nascosto qualcosa da mangiare in tasca.
Domani partiamo per il Komodo: vedremo cosa ci riservano pesci e varani!

Venerdì, 16 luglio 2010



Giorno 11: sette gechi sul soffitto.

La giornata è densa, perchè prevede un lungo giro nella parte centro-nord di Bali, attraverso le valli coltivate a riso. In effetti lo spettacolo è davvero meritevole: il fianco delle dolci colline è scolpito da tante piccole terrazze. Terrazze confinanti sono spesso in diversi stadi della coltivazione: alcune sono solo allagate, in altre sbucano i fuscelli, altre ancora contengono piante già mature o solo i resti della raccolta. La lavorazione del riso è quasi interamente manuale: i contadini stanno scalzi e chini nell'acqua a rimuovere le erbacce o arano aiutandosi unicamente con un bovino, e portano davvero il cappello di paglia tondo a punta che si vede nei cartoni animati.

Qui non si butta via niente: le erbacce e i resti della lavorazione vengono raccolte in grosse fascine (legate belle strette, non come le nostre dopo la potatura dell'oleandro) e trasportate dalle donne sulla testa, oppure caricate in modo mirabolante sui motorini.
Torniamo in albergo nel tardo pomeriggio, e troviamo sei gechi sul soffitto della nostra veranda, quattro sul soffitto del "bagno" ed un altro ancora a razzolare sul pavimento. Secondo la nostra guida questo significa grande fortuna (ne basterebbero sette)! Ma noi ne eravamo già convinti.

Giovedì, 15 luglio 2010


Giorno 10: il bagno indonesiano

Lasciamo a malincuore Candidasa per dirigerci prima alla grotta dei pipistrelli, poi in una valle dominata da un vulcano attivo, della quale esploriamo tutti i vari templi e tempietti. Nel tardo pomeriggio arriviamo ad Ubud, nella parte centrale di Bali. Quello che ci aspetta è una vera e propria villa in stile balinese, manca solo la cucina. Il numero della nostra stanza non sta su una porta, ma sulla recinzione di un giardinetto quadrato. Varcata la soglia, in mezzo al giardino si trova una casetta con tre pareti vetrate (che in realtà è solo la camera da letto), con due portici sui lati opposti. Il portico davanti si affaccia sul fiume, e funziona da veranda, quello dietro è riparato da una recinzione più alta e protegge la vasca da bagno, il lavello ed il wc. La doccia è sotto le stelle! L'accoglienza contempla anche delle corolle di fiori galleggianti nella vasca piena d'acqua. Spettacolo!

Mercoledì, 14 luglio 2010


Giorno 9: alla carica!

Il programma per la mattinata prevede la spesa al mercato ed una lezione di cucina indonesiana (con successiva consumazione del pranzo prodotto). Partiamo, quindi, alle 8 con cuoco al seguito. Siamo diretti ad un mercato locale dove, per fortuna, il cuoco compra soltanto zucchero di palma e tamarindo: l'odore e l'aspetto delle altre mercanzie (tra cui polli e pesci interi) non fanno certo venire l'acquolina in bocca. Prima di rientrare per la lezione di cucina visitiamo il palazzo sull'acqua. Qui Olga risponde male al verso di un'oca; questa inviperita parte alla carica e becca Alberto sulla caviglia. Solo l'intervento provvidenziale del guardiano riesce a placare l'animale (ndA ma cosa si saranno dette?!).
La lezione di cucina dà buoni frutti: lo testimoniano le nostre pance piene. Peccato che sarà difficile riprodurre a casa, visto che il segreto del buon saporino balinese sta in un pestato di ingredienti tra cui olio di palma, zucchero di palma, peperoni dolci, zenzero, cardamomo, scalogno, aglio, patè di gambero ed altre spezie che non abbiamo riconosciuto.
Ci godiamo il pomeriggio in piscina, e partecipando ad una lezione di pittura sulle foglie di palma, di cui mostreremo il pregevole risultato al nostro ritorno.
Dopo cena ci fermiamo sulla spiaggia a guardare le stelle ... e non sono le stesse che si vedono da casa! A pensarci è logico, ma vederlo è un'altra storia.

Mertedì, 13 luglio 2010


Giorno 8: relax a Candidasa

Il primo giorno del tour a Bali è in tranquillità: qualche tempio e palazzo, e pranzo in un ristorante bellissimo con vista sulle risaie.
La nostra guida (Rai) veste un costume tipico: foulard avvolto intorno alla fronte a mo' di corona, casacca abbottonata sul davanti, minigonna colorata e pareo fino alle caviglie. Rai ci spiega che il pareo serve a nascondere la parte inferiore, ritenuta dagli induisti la sede dei sei cattivi sentimenti (di cui ci ricordiamo solo indifferenza, indecisione e invidia); la cintura non permette ai cattivi sentimenti di contaminare la parte superiore del corpo; il foulard serve per mantenere puro il pensiero.
Arriviamo nel pomeriggio al nostro hotel a Candidasa. Anche qui la struttura è stupenda: piccoli bungalow immersi nelle palme vicino alla spiaggia (dalla nostra camera si sente il rumore delle onde); la reception è un gazebo gigante e sulla spiaggia ci sono dei cuscini grandi come materassi matrimoniali sospesi a mo' di altalena. Per la prima volta riusciamo a vedere il mare!

Lunedì, 12 luglio 2010


Giorno 7: verso Bali

Questa mattina ci alziamo con calma, e sfruttiamo tutte le facilities della camera per prepararci al trasferimento a Bali: barba, capelli e trucco.
Arriviamo all'aeroporto con buon anticipo, ma decidiamo di non pranzare, confidando che ci diano del cibo in aereo: scelta sbagliata! Infatti il pacchetto pranzo Garuda Indonesia e' composto solo da un piccolo panino e da una misteriosa ed inquietante gelatina verde.
A Denpasar troviamo ad aspettarci una guida in sarong e turbante, che ci accompagna all'albergo, dove il signor Eka, responsabile dell'agenzia viaggi, ci asciuga per una buona mezz'ora. Al termine del seminario usciamo per una passeggiata a Kuta, la "Rimini" Balinese.

lunedì 12 luglio 2010

Domenica, 11 luglio 2010


Giorno 6: Becak.

Sveglia alle 3, non troppo tristi visto che la stanza non merita una lunga permanenza, e salita in jeep per osservare l'alba sul monte Bromo. L'atmosfera non è intima e romantica come ce l'aspettavamo: dobbiamo sgomitare nel buio pesto per guadagnarci una visuale ragionevole, e come se non bastasse dobbiamo aspettare quasi due ore prima che il sole sbuchi da un'ostinata nuvoletta all'orizzonte. Prima delle nove completiamo le visite previste per oggi: alba, deserto di sabbia con tempio, cratere del vulcano ancora attivo.
Dopo un breve riposino riprendiamo la marcia (ma mai la quinta!) verso Surabaya. Stavolta la camera del nostro hotel è un bellissimo appartamento in stile coloniale, con tanto di vasca, doccia con vista water (e viceversa) e rubinetteria ottonata. Nonostante il parare negativo del consierge, decidiamo di avventurarci a piedi per le strade della città. L'impressione è sempre la stessa: siamo delle bestie rare! Tutti i marciapiedi della città sembrano in rifacimento: raggiungiamo la meta prefissata a fatica, e solo con l'indicazione di un poliziotto, che ci fa anche attraversare una strada a quattro corsie bloccando tutto il traffico. Per il ritorno decidiamo di sfruttare un becak, uno dei famosi veicoli a tre ruote, in cui i passeggeri siedono su una carrozzella, ed il conducente pedala (o spinge) stando dietro. Il nostro pedalatore dapprima chiede aiuto ai colleghi per contrattare il prezzo della corsa, poi si perde clamorosamente, regalandoci un bel tour panoramico della città. Ritornati finalmente nei pressi dell'albergo resta giusto il tempo per un bel piatto di noodles ed un bagno caldo.

Sabato, 10 luglio 2010


Giorno 5: Metti la quinta!

... i.e. se gli autisti indonesiani imparassero ad usare le marce, non avremmo bisogno del protocollo di Kyoto.
La giornata ha avuto solo due note di colore: il palazzo del principe a Solo, descritto da una signorina carinissima, e la guida del nostro autista nel lungo viaggio verso il monte Bromo.
Abbiamo impiegato 14 ore per percorrere poco più di 400 Km, ed un buon motivo c'è: i bordi delle strade indonesiane sono occupati da una continua fila di bancarelle, negozietti e chioschi; le carreggiate sono popolate da auto, camion, pullman, motorini (tanti ma tanti!), becak, biciclette, pedoni ed animali che avanzano senza legge, anche contromano.
E' un miracolo come gli indonesiani riescano ad evitare i motorini che sbucano dappertutto: impressionante l'abilità del nostro autista nell'evitarli la sera, contromano nei tornanti al buio!
Sospettiamo che per loro il segreto sia tenere il motore costantemente al massimo dei giri: raramente il nostro autista ha ingranato la quinta ... non per niente per strada l'aria è irrespirabile.

domenica 11 luglio 2010

Venerdì, 9 luglio 2010


Giorno 4: fenomeni da baraccone

La colazione all'hotel Melia ... è meravigliosa e succulenta! Bello sapere di essere qui anche domattina. Si parte per un tour della città: il palazzo del sultano (non ricorda Peterhof), il castello d'acqua ed il giardino degli uccelli. Strada facendo rimettiamo alla prova le nostre qualità di mercanti: stavolta siamo soddisfatti di noi stessi. La guida è brava: condisce sempre le descrizioni con aneddoti curiosi sui personaggi storici coinvolti. Ad esempio ci racconta come il sultano spiasse le proprie mogli durante il bagno in piscina, per poi chiamarle a sè lanciando in acqua un fazzoletto bianco.
Al pomeriggio ci attende il tempio buddista di Borobudur. Qui scopriamo di essere veri e propri fenomeni da baraccone: i turisti locali ci fermano e ci chiedono di fare delle foto con noi. Ad un certo punto si crea una coda di persone in attesa che arrivi il proprio turno per essere fotografate con noi. La guida prima ci consiglia di chiedere 10000 rupie a scatto, poi si siede in disparte attendendo pazientemente.
Non abbiamo guadagnato rupie, ma di sicuro 10000 punti di autostima ad ogni scatto!
Ci godiamo la serata a passeggio tra le bancarelle di Jl Malioboro, cenando ad un fast food locale.

Giovedì, 8 luglio 2010


Giorno 3: Acqua e fuoco!

La giornata comincia prestissimo: sveglia alle 5, non-colazione in albergo, dato che il buffet era molto ricco ... di pollo, tofu, noodles ed altre pietanze squisite, ma decisamente indigeste per noi alle 5 di mattina ... e neanche l'ombra di una brioche. In compenso rischiamo di diventare noi il pranzo per le zanzare che ci attendono sul bus per l'aeroporto (per fortuna abbiamo a portata di mano lo spray svizzero che ci hanno regalato Marc e Andrea). Il nostro terminal è una deliziosa pagoda con tanto di giardini ed aiuole fiorite e ricamate.
All'arrivo a Yogyakarta troviamo la nostra guida Prna??m? ad accoglierci. Ci porta a visitare alcuni templi. Vedendo le nostre facce fissare preoccupate i densi nuvoloni in arrivo, ci spiega che questa 'dovrebbe' essere la stagione secca, ma da qualche anno non c'è più molta differenza con quella delle piogge. Infatti da lì a poco si scatena il diluvio universale, ma noi siamo già in macchina, diretti ad un ristorante tipico in riva al fiume. Il pranzo è squisito e la cornice pittoresca, con delle piante di bambù larghe come sequoie.
Dopo pranzo finiamo in pasto ad un mercante di quadri Batik: qui si scatena la prima contrattazione della vacanza ... in cui si rivela la nostra scarsa abilità! Torniamo in albergo giusto per un tuffo in piscina, e poi sfidiamo le intemperie per andare a vedere il Ramayana ballet all'aperto. E' danza tradizionale di Java, su musica dal vivo (ovviamente monocorde). Nel momento culmine della serata una scimmia bianca incendia (davvero!!) il palazzo del sultano che fa da scenografia. Per fortuna sullo sfondo rimane il meraviglioso tempio di Prambanan ...

Mercoledì, 7 luglio 2010


Giorno 2: First Class

La giornata comincia bene: al momento dell'imbarco le nostre carte si trasformano miracolosamente in due 'first class' ... e la first class di Emirates non e' mica quella di Lufthansa! I sedili sono enormi, ma soprattutto totalmente reclinabili! Si trasformano in veri e propri lettini. Per guardare la TV forniscono cuffie insonorizzate, e il pranzo inizia con aperitivo a base di olive e feta, continua con antipasto arabo misto, anatra per Olga e filetto di manzo per Alberto, e termina con dolce e frutta fresca gia' tagliata. Anche l'albergo a Giacarta e' super spazioso, con il bagno tutto di vetro!

mercoledì 7 luglio 2010

Martedì 06 Luglio 2010


Giorno 1: Morning glory

Dopo attimi di panico bloccati in un grumo di macchine in autostrada a Cinisello Balsamo arriviamo a Malpensa e ci imbarchiamo.
Alberto fa il primo danno, cercando di uccidere una signora lanciandole sulla testa lo zaino di Olga (piu' pesante del suo bagaglio in stiva!). Ci godiamo la partenza quasi fossimo in cabina di pilotaggio: il monitor del nostro sedile mostra, tra le statistiche varie, l'immagine di una telecamera posta sul muso dell'aereoplano.
Prima tappa: aeroporto di Dubai. Dopo un'attenta selezione dei baracchini per la colazione (sono le 6.30 orario locale, quindi le 4.30 in Italia), ci scoliamo due 'Morning Glory', ovvero due frullatoni fragola, banana, miele, yogurt e muesli da mezzo litro l'uno.