domenica 23 agosto 2009

22 agosto, sabato

La mattina comincia bene: il motel insieme al complimentary coffee offre dei piccoli muffin. Inizia il nostro viaggio attraverso il colorado. Il fiume ci accompagna fino in cima alle montagne con le sue anse maestose. Ci alterniamo con turni di guida da due ore, e nel primo turno scoccano le 4000 miglia. Il navigatore mostra numeri a noi alieni, tipo 'dritto per 850 km'.
Dopo denver il paesaggio cambia radicalmente: le montagne lasciano il posto ad una pianura che sembra quella padana, con coltivazioni a perdita d'occhio.
Superiamo il colorado ed attraversiamo tutto il nebraska, entrando nell'iowa.
Verso le 17 e 30 pausa caffe': ci infiliamo in un locale dall'aria tipica per fare merenda,ma ... C'e' gia' la coda per la cena, complice il cambio di fuso orario (qui sono le 18 e 30).
Per cena due panini di mac donald consumati in macchina, e bibita large a 1 dollaro per guidare tutta la sera. Ci fermiamo per la notte a des moines, distrutti, dopo aver percorso quasi 1500 km in 17 ore!

21 agosto, venerdi'

Il programma di oggi e' denso: cominciamo impazzendo per cercare una connessione ad internet, peraltro senza successo, e pubblicare il diario scritto ieri sera nel dormiveglia.
La prima meta e' il parco di arches. Ci facciamo consigliare da una ranger le tappe della nostra visita: alcuni tratti sono da percorrere in macchina, altri a piedi. I tratti a piedi, seppur brevi, sono i piu' faticosi della vacanza a causa del caldo torrido! Per fortuna conosciamo bene le regole del buon escursionista del deserto: occhiali, cappello, acqua e crema. In compenso gli archi sono fenomeni davvero impressionanti. Leggendo i cartelli ai lati dei sentieri riusciamo anche a capire come si sono formati. Cominciamo anche a riconoscere turisti che stanno compiendo lo stesso percorso: incontriamo nuovamente un tedesco con la famigliola con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere ieri a the needles.
Seconda meta: parte nord di canyonlands, chiamata 'island in the sky'. Infatti e' un altopiano con viste magnifiche su tutto il parco, i canyon, il colorado ed il green river. anche se questa parte del parco e' spettacolare, vedere da vicino i needle ieri e' stato piu' emozionante.
Terza ed ultima meta: dead horse point, celebre per essere teatro dell'ultima scena di thelma e louise. Qui facciamo appena in tempo a goderci il tramonto e ... Ad incamminarci verso chicago!
Passando il confine lasciamo lo utah ed entriamo nel colorado. Ci fermiamo subito per la notte a Fruita, dove troviamo un motel molto carino, ma una cena appena dignitosa. Oggi culinariamente ci siamo trattati male: per pranzo una pesca a testa e del pane, sgranocchiato con una gamba in macchina, e per cena un panino pick&drive, perche' anche i fast food sono gia' chiusi.

20 agosto, giovedi'

Rispettando il piano ci alziamo alle 5 e 30 e, preparato il caffe', andiamo armati di bricco e croissant a fare colazione davanti ai monument, aspettando che sorga il sole. Al tramonto la luce diffusa era tutta arancione, all' alba e' rosa e violetta. con noi ci sono dei veri professionisti dell'alba, con apposita attrezzatura, tempi, numero e tipologia di scatti gia' prefisssati. Noi ci accontentiamo di qualche scatto e goderci il panorama. verso le 6 e 30 riprendiamo la strada sterrata per un secondo giro della valle: con i giochi di luce ed ombra della mattina i monuments appaiono diversi. facciamo anche una passeggiata, ancora non sappiamo se legale o abusiva, nei dintorni di north widow point. Torniamo al motel per doccia e seconda colazione, consumata sullo stupendo balcone, poi partiamo per canyonlands; ormai e' chiaro: i cactus, quelli veri che si vedono nei film, non esistono. alberto abbandona la speranza di avere una foto con cactus e cappello da cowboy.
Per pranzo ci fermiamo in un locale gestito da indiani nascosto tra le rocce a bordo strada: moolto far west. Sulla strada per il parco proviamo anche l'emozione di essere fermati dallo sceriffo!
Canyonlands e' difficile da visitare se non si ha molto tempo: il parco e' diviso dal colorado e dal green river in tre zone, ed alle due visitabili senza fuoristrada accedono tre strade, non comunicanti ed a fondo cieco. Imbocchiamo la piu' meridionale, che ci consente di visitare da vicino i 'needles', rinunciando al belvedere. Ci avventuriamo anche in una passeggiata tra piccole pozze d'acqua tra le rocce, che si e' rivelata una passeggiata tra le sole rocce: gli ultimi 100 giorni di caldo hanno asciugato tutto.
Alla sera cena a moab, da zak, dove alberto mangia il solito bisteccone e olga ordina una pizza margherita niente male ... E poi finalmente a letto!

19 agosto, mercoledi'

Trascorriamo un'altra mezza giornata a page per poter visitare l'antelope canyon: un vero miracolo della natura. E pensare che la tappa di page e' rimasta dubbia fino alla fine! invece il lago ed il canyon ci sono proprio piaciuti. Dopo un pranzo al sacco sui tavoloni da picnic di un distributore partiamo verso la monument valley, dove su consiglio di davide, abbiamo previsto tramonto, alba, giro in auto, passeggiata a piedi. Arriviamo giusti giusti al john ford's point per vedere il tramonto, nonostante la strada interna del parco sia piu' adatta ad un cavallo che ad un'automobile. Concludiamo il giro che e' quasi buio: gli incredibili monuments si stagliano solo come silouette. Il silenzio e lo spettacolo rendono l'atmosfera quasi sacra. Con gran fortuna, ma pagando caro e salato, troviamo una stanza al goulding's lodge, albergo preferito di john ford: la vista dal nostro balcone e' sensazionale. Ci fiondiamo nel primo ristorante che incontriamo: sono gia' le 9 passate, perche' qui e' cambiata di nuovo l'ora.

18 agosto, martedi'

Abbiamo girato il gran canyon in lungo e in profondo, non in largo ... ci sarebbero servite le ali! Stamattina levataccia per arrivare di buon ora nel parco. Lungo il percorso sul contachilometri scattano le 3000 miglia.
Dopo il belvedere automobilistico ci accingiamo ad affrontare la profondita' del canyon. Siamo un po' titubanti, perche' a differenza delle passeggiate sulle nostre montagne, nel canyon prima si scende e poi si sale. Non conosciamo bene i nostri limiti in questa situazione, per di piu' i ranger hanno tappezzato il parco con cartelli che raccontano di turisti che si sono sopravvalutati e poi sono morti per disidratazione. Partiamo quindi pronti per ogni evenienza. Del nostro equipaggiamento fanno parte: 3 litri di acqua a testa, cappello, crema solare, occhiali da sole, k-way, pane. La nostra passeggiata e' durata in tutto 2 ore. Con un po' di terrorismo in meno avremmo puntato alla meta successiva. Visto che non siamo troppo stanchi facciamo anche una parte della passeggiata in costa che si rivela piu' spettacolare e meno faticosa. Per apprezzare quella in profondita' bisogna arrivare ben oltre il punto in cui ci siamo fermati noi. Concludiamo con un bel tramonto a mohave.
Uscire dal parco nel buio piu' totale non e' semplice, sia per colpa del navigatore che cerca di farci attraversare il campeggio, sia perche' di notte anche l a strada torna ad essere territorio degli animali.

giovedì 20 agosto 2009

17 agosto, lunedi'

Alberto si sveglia con la voglia di qualcosa di buono, non dei soliti biscotti che mangiamo a colazione. Infila maglietta e ciabattine ed esce diretto verso la panetteria di fronte, ma rientra in 10 secondi netti, quasi congelato: il termometro del distributore segna 5 gradi!
Dopo la colazione ci dirigiamo a Page sul lago Powell, di nuovo in arizona (di nuovo cambia il fuso).
Viaggio, ufficio informazioni ed un rapido bucato occupano l'intera mattinata. Prenotiamo per il pomeriggio una gita in barca con cena sul lago.
Il lago Powell e' artificiale, la diga che lo forma chiude il colorado nel glen canyon: un'opera che lascia a bocca aperta. Il lago ha dei panorami davvero spettacolari: approfittiamo di due punti panoramici per le foto ed anche per un bagno. Il tepore delle acque del colorado ci fa indugiare un po' troppo a lungo e quasi la nave salpa senza di noi. Nel breve tratto in auto dalla spiaggia al molo Olga 'con un tocco di bacchetta magica' trasforma il suo costume da bagno in un abito da sera. E la magia non e' ancora finita: nonostante la prenotazione all'ultimo momento, la corsa per non rimanere a terra e l'ultimo posto nella coda per salire sulla barca, il tavolino che ci hanno riservato e' proprio quello che avevamo adocchiato come il migliore per vista e romanticismo.

martedì 18 agosto 2009

16 agosto, domenica

Via da Las Vegas! Usciamo dal Nevada, attraversiamo un angolo dell'Arizona ed approdiamo nello Utah, a Panguitch, pittoresco paesino del West che ci fa da base per la visita del Bryce Canyon.
Sia al motel sia al ristorante spopolano i libri di dottrina mormone.
Durante il viaggio il deserto del Nevada ha lasciato il posto alle praterie. Rimaniamo impressionati dai colori accesi e dagli onnipresenti Hoodoos: strane formazioni rocciose, vagamente somiglianti alle stalagmiti, ma piu` imponenti e con tinte che vanno dal rosso vivo al rosa ed al bianco.
Ci cimentiamo in un percorso a piedi consigliatoci da una ranger: Queen's garden e Navajo Loop. In queste due ore e mezza di camminata tra le rocce scattiamo sbalorditi circa 300 foto!
La sera ci teniamo impegnati con l'organizzazione delle prossime tappe, per non cedere alla tentazione di andare a letto alle 10 (ore 9 per la California, qui cambia il fuso).
P.S. Ci siamo dimenticati un particolare: le scarpe da ginnastica di Olga hanno perso l'antigrip al primo utilizzo, nella Death Valley!

15 agosto, sabato

Ci resta ancora una cosa da fare prima di lasciare la California: il bagno nell'oceano! Anche stamattina il cielo e` un po' bigio, in attesa del sole, passeggiamo per l'ocean front walk di Venice che e` estremamente vivo, pieno di bancarelle, musicisti e artisti vari che si esibiscono, qualche attivista che protesta contro la corruzione commerciale di Venice. E' l'atmosfera californiana che ci aspettavamo.
Finalmente, verso le 12, le nubi si dissolvono, spuntano i surfisti ed anche noi, preso coraggio, facciamo il bagno. Passeggiando sulla spiaggia ritorniamo verso la macchina. Infilando le ciabatte ci accorgiamo di avere i piedi pieni di catrame: bleah!! No panic, l'olio Johnson risolve la situazione!
Il tratto Los Angeles - Las Vegas chiude il nostro "loop" californiano.
Arriviamo a Las Vegas poco dopo il tramonto: e` l'atmosfera perfetta per mostrarci la citta` nel suo aspetto migliore. Dopo ore di viaggio nel deserto spunta dal nulla questa oasi di luci e colori.
Il Mirage, dove vogliamo cenare, dista qualche miglio: facciamo una passeggiata "veloce" lungo tutto lo strip temendo che il locale chiuda. Al ritorno, invece, ci soffermiamo ad osservare i dettagli curiosi di vari hotel a tema, cercando di ignorare il prepotente volantinaggio dei locali di spogliarello e simili.

lunedì 17 agosto 2009

14 agosto, venerdi'

Oggi ci alziamo di buon ora per essere agli universal studios alle 9. Secondo perfetta filosofia americana, gli studios sono a loro volta inseriti in un centro piu' grande, con cinema, hard rock cafe', negozi vari ... E c'e' anche lush! E' tutto molto pulito e curato, nonostante la mole di turisti. Fa un caldo torrido, ma il parco e' ben umidificato da appositi ventilatori. E le attrazioni ... Troppo divertenti! quelle che ci entusiasmano di piu' sono il trenino di jurassic park, la mummia e shrek 4d. Anche il nuovissimo simulatore simpsons e' di grande effetto. A pranzo olga e' felice perche' per la prima volta riesce a mangiare i noodles, barattandoli con mezza porzione di riso. Vediamo anche le scenografie per gli esterni delle desperate. Concludiamo la giornata con un breve giro al walk of fame di hollywood, beverly hills e cena messicana moolto piccante a santa monica. Tra l'altro, a furia di andare avanti e indietro per i quartieri di los angeles, abbiamo superato 2000 miglia!

13 agosto, giovedi'

Lunga e nuvolosa la strada fino a Los Angeles, peccato. Ci sono scorci, come le spiagge di Malibu e Santa Monica, che senza sole perdono di fascino, per noi almeno. Gli americani non sembrano disturbati dalla cosa e piantano tende e gozzovigliano in spiaggia.
Pranziamo a Venice in 26 minuti netti (abbiamo poche monetine per il parcheggio, caro) e poi impostiamo sul navigatore l'indirizzo del motel che abbiamo scelto. Quando il percorso e' completo leggiamo sul display 48 Km! Ricontrolliamo la strada e ... e' corretta!
Venice - Long Beach si fa in autostrada. Non siamo abituati a queste lunghe distanze in citta`. Nel pomeriggio visitiamo downtown, che e` meno brutta di come la dipinge la guida, anzi e` molto vitale. Riusciamo persino a parcheggiare a scrocco, anche se solo per pochi minuti. Cena molto soddisfacente in un locale che la guida segnala come cinese, ma che in realta` e` molto "fusion".

12 agosto, mercoledi'

san francisco con il sole cambia completamente faccia: tutto e' piu' allegro, tutti sono fuori, locali e turisti. l'obiettivo di questa mattina era completare la visita. belli i murales di mission e bellissimo il golden gate finalmente senza nebbia! Dopo pranzo torniamo a prendere l'auto al motel, rimasta ferma per 2 giorni: a san francisco e' meglio girare coi mezzi. A proposito: non sapete ancora di che auto si tratta! E' una fantastica chevrolet cobalt bianca, praticamente nuova. Ovviamente, cambio automatico, perche' negli stati uniti *tutte* le auto hanno il cambio automatico. Facile guidare, ma difficilissimo reprimere l'istinto di premere la frizione, e tenere la mano sul pomello per cambiare marcia! il povero pedale del freno viene di tanto in tanto strizzato da vigorose pedalate, per fortuna sempre da fermi, nel tentativo di ingranare la prima. Lasciamo quindi san francisco in pompa magna, attraversando il golden gate. Per dirigerci verso los angeles scegliamo la panoramica highway n.1, che costeggia l'oceano, anziche' l'autostrada. La scelta viene ampiamente ripagata dal panorama al tramonto.

mercoledì 12 agosto 2009

11 agosto, martedi'

Brr che freddo! Ci svegliamo sotto un cielo nuvoloso e con temperature autunnali. Vediamo il sole solo a mezzogiorno e solo per un'oretta. Prima missione della giornata: ottenere la pole position sul predellino di un cable car. Primo tentativo fallito: la carrozza e' tanto piena che il conducente non ci fa nemmeno salire. Secondo tentativo fallito: riusciamo a salire, ma il conducente ci obbliga a sedere all'interno della carrozza. Terzo tentativo: riuscito! Aspettiamo il cable car al varco del capolinea e ci godiamo i posti migliori fino al capolinea opposto. Bello il quartiere cinese: pullula di turisti e indigeni, ma tutti cinesi. Pranziamo in un ristorante cinese suggerito dalla guida che si rivela molto molto autentico: condividiamo il tavolo con un altro avventore (ovviamente cinese), ci servono in 3 minuti netti e per arrivare alla toilette bisogna attraversare la cucina. Pero' il cibo e' buono. Il resto della giornata e' visita secondo manuale. Ci resta giusto il tempo per un salto all'osannato levi's store di s.francisco: cocente delusione. Nessuno dei due e' riuscito a trovare una taglia adatta: siamo troppo corti! Per concludere bene la giornata raggiungiamo il quartiere italiano con una fantastica corsa sul cable car di notte!

martedì 11 agosto 2009

10 agosto, lunedi'

San francisco! Ingresso trionfale dal bay bridge e tappa all'utilissimo visitor center. Che fatica parcheggiare la macchina! Su consiglio della volontaria super gentile con cui abbiamo parlato ci dirigiamo in lombard street e cominciamo a battere a tappeto i motel finche' troviamo una stanza ad un prezzo ragionevole al motor motel. Abbiamo un abbonamento per tre giorni a tutti i mezzi pubblici: prendiamo un bus, raggiungiamo l'embarcadero giusto in tempo per l'ultima gita in barca della giornata: alcatraz, angel island e golden bridge. al molo 39 i primi scatti sono per i leoni marini che si ammassano l'uno sull'altro; qualche foto alla citta' vista dall'oceano e poi ... Nebbia e freddo pungente! Il golden gate e' una sagoma quasi invisibile sopra la barca: lo vediamo solo perche' annunciato dagli speaker. Ad alcatraz riusciamo a fare qualche foto mooolto ovattata! Appena scesi ci fiondiamo nel negozio di souvenir piu' vicino solo per riprenderci dal freddo. poi per la cena scegliamo boudin bakery: zuppa di vongole servita in una pagnotta svuotata. Squisite sia la zuppa che la pagnotta. Dopo cena di corsa al motel: nebbia e freddo come a milano in gennaio!

9 agosto, domenica

Sveglia ore 7, colazione veloce e partenza verso yosemite. Abbiamo "compiuto" 1000 miglia. Pranziamo poco prima di entrare nel parco: è il primo locale non climatizzato della vacanza! sfruttiamo la giornata visitando gli scorci piu' famosi: la passeggiata tra le sequoie millenarie, il tour panoramico in auto e le due cascate. Probabilmente servirebbe campeggiare una settimana per poter apprezzare tutti i percorsi a piedi, il barbeque e l'aria pulita delle montagne. Usciamo dal parco sul lato ovest e ci fermiamo a dormire a mariposa (motel super 8) .. Solo a dormire perché alle 22.30, dopo esserci lavati e profumati, usciamo e scopriamo che il vero villaggio del far west alle dieci e mezza e' deserto! Cena leggera a base di pane e yogurt magro, comprati al mercatino. Non ci turba piu' di tanto: stiamo ancora digerendo il giga burrito del pranzo.

8 agosto

Entriamo alla death valley di buon'ora con un'adeguata scorta d'acqua, un paio di occhiali da sole ed un cappello ciascuno e la protezione 30. Gia' all'ingresso del parco lo scenario e' mirabile: la strada scende da beatty nella valle con un perfetto rettilineo, in mezzo a sterpi w rocce. Prima tappa miniere di borace abbandonate, poi visitor center e pranzo a buffet davero pregevole . Nel pomeriggio percorriamo le canoniche tappe. La nostra tappa preferita e' stata artist drive: bellissimo guidare tra le rocce che sembrano dipinte a mano. Lo spettacolo ha anche fatto rinsavire roberto: il terzo incomodo che sta nascosto nel navigatore ha ripreso a parlare. La benzina a furnace creek costa ul doppio che altrove. Poco prima del tramonto partiamo in direzione di sequoia park. la strada attraversa le montagne: prima sale dritta fino a 6000 piedi, poi scende altrettanto dritta per risalire nuovamente. Intanto il paesaggio comincia lentamente a cambiare. Quello che non cambia e' la densita' della popolazione: dobbiamo percorrere un bel po' di chilometri prima di trovare un ristorante "indiano". Qui cucinano gran filetti di manzo, altro che pollo al curry: questi sono indiani d'america. Per il motel e' anche peggio: dobbiamo uscire dall'autostrada, percorrere almeno 20km ed inoltre il primo motel segnalato dal navigatore, nonostante l'insegna illuminata, e' inquietantemente abbandonato. Per fortuna in zona c'e' anche il motel6, che ormai ci ha fidelizzato. Ci attende, pero', l'ultima fatica: la receptionist impiega mezz'ora ad assegnare le due stanze prima della nostra, ed olga rischia nel frattempo di farsi la pipi' addosso.

7 agosto

La strada da san diego a los angeles, route 101, rispetta tutti i canoni della strada californiana: palme altissime e tutte pelate fino in cima, sole a picco, due o tre corsie per senso di marcia. In autostrada sembra non sia vietato sorpassare a destra, lo fanno tutti ... Come pure e' legale, anche quando il semaforo e' rosso, girare a destra, ovviamente dopo aver controllato che non arrivi nessuno, nemmeno un pedone. Abbiamo fatto colazione in un caffè armeno: come al solito le porzioni erano super abbondanti. Molte auto non hanno la targa davanti, qualcuno non ce l'ha neanche dietro. Spesso è tanto decorata da essere illeggibile. Abbiamo visto una moto con la targa in verticale. Percorriamo La highway1 da dana point a long beach, che attraversa tutte le famosissime localita' dei telefilm: newport, laguna beach ecc. Beh, meritano: spiaggioni enormi protetti alle spalle dalla scogliera e centri abitati affollatissimi. A dana point sembrava di essere a fondachello -ct- a ferragosto: pic nic luculliani con tutte le portate, dalla pasta al forno alla caponata e griglie pronte all'uso. L'autostrada che abbiamo percorso intorno a los angeles e' a pagamento. Sull'autostrada non ci sono gli autogril e i benzinai: bisogna uscire. Alla nostra prima esperienza con la pompa di benzina nessuna delle nostre 4 cartw di credito andava bene alla macchinetta del self service. Alberto ha dovuto sottostare alla seguente procedura: 1 concedere di una transazione da 75 dollari a titolo di garanzia, 2 procedere al rifornimento, 3 tornare alla cassa per effettuare la transazione vera e propria ed ottenere l'annullamento di quella precedente. Ore 19.24 stiamo guidando in mezzo al nulla ormai da alcune ore, accompagnati dai classici trucks e da una serie di altre automobili:che siano i vacanzieri del fine settimana? Ci siamo resi conto di aver incoscientemente prenotato un albergo sul versante opposto della death valley rispetto a los angeles, quindi ci aspettano ancora almeno 4 ore di viaggio. Per ora, tuttavia, nessun segno di stanchezza: guidare in mezzo al deserto mentre il sole tramonta mantiene il morale alto. La luce e' bellissima: rende tutto giallo. H.22 errore errore ! Per miracolo ci accorgiamo che il navigatore e' rimasto impostato su beatty junction(ca) invece che su beatty town(nv). va beh, pazienza! Abbiamo percorso decine di miglia su strade perfettamente dritte, al buio,in mezzo al deserto. Ci ha anche superato la macchina dello sceriffo a sirene spiegate: per fortuna non inseguiva noi! A beatty town cerchiamo qualcosa da mangiare in un saloon. Gli avventori ci squadrano come se fossimo due alieni.

venerdì 7 agosto 2009

6 agosto

San Diego non sembra una città interessante quando iniziamo la visita: sembra di essere in uno di quegli outlet costruiti a villaggio, tutto sembra finto dal tanto che è nuovo e colorato. I negozi sono il più colorati possibile, più insegne al neon ci stanno e più ce ne mettono. Anche le case non si può dire che abbiano uno stile: ce ne sono intonacate, tipo le nostre e di legno per la felicità delle termiti. Sembra che non ci sia un piano regolatore: ognuno fa di testa sua. Chissà cosa pensa un americano che visita una città italiana? Probabilmente tutto gli sembrerà diroccato e decadente.
La visita si fa più interessante quando decidiamo di seguire uno 'scenic drive' consigliato dall'ufficio del turismo: è un percorso in auto, marcato da cartelli gialli e blu, che tocca gli scorci più suggestivi della città. Arriviamo cosi' al Cabrillo monument, pranziamo nella old town (qui sembra veramente di essere nel villaggio degli indiani a gardaland!) attraversiamo la baia fino a La Jolla e torniamo a sud, per attraversare il coronado bridge ed arrivare all'omonima penisola. Poi il fuso si fa sentire: dedichiamo le ultime forze per raggiungere 5th avenue per la cena. Dopo una passeggiatina tra i locali, già affollatissimi, arriva l'ultimo thriller della giornata: chi si ricorda l'indirizzo dell'albergo? Ma niente panico: il nostro 'infalllibile' senso dell'orientamento ci ha tratti in salvo (i.e. Gli siamo fortunosamente cascati di fronte) ...

5 agosto

Ho spento la prima sveglia: per fortuna alle 7.13 suona la seconda. Doccia, ed alle 7.32 usciamo dall'albergo per tornare all'aeroporto.
Grazie al kit per il piccolo letargico olga ha dormito per metà del viaggio! Anch'io,però sono riuscito a dormire per un paio d'ore. Prima di dormire siamo anche riusciti a guardare il film 'prova a prendermi'.
10.30 paris, 12.39 chicago (incluse 7 ore di fuso).
prima immagine al momento dell'atterraggio: le sagome dei grattacieli di chicago che si stagliano all'orizzonte.
La coda alla dogana è più lunga di quanto immaginassimo. Arrivato il nostro turno dobbiamo procedere uno per volta: al tentativo di olga di presentarci insieme l'arcigno poliziotto la redarguisce 'step back the red line', e quando lei cerca di spiegare che ha lei i codici esta di entrambi, perchè viaggiamo insieme, ottien per unica risposta 'step back the red line'. dopo memorizzazione di impronte digitali e foto, troviamo i bagagli miracolosamente arrivati, e gia' scaricati dal nastro. L'aeroporto e' grande:arriviamo al terminal 5, check in al terminal 2 e imbarco all'1!
H17.29 chicago,h 20.00 houston. olga sostiene che durante il viaggio abbiamo ballato un po' ed il comandante ha chiesto almeno due volte di rimanere seduti con le cinture allacciate. secondo me, invece, l'aereo è sceso in pista, ha girato intorno al terminal e ci ha scaricati nel retro del gate: potere del narco-kit.

4 agosto

Prima di partire riorganizziamo i bagagli: quello da imbarcare pesa troppo quindi aggiungiamo un secondo valigino.
All'aeroporto, prima di partire investiamo 14 euro a testa per un kit del piccolo letargico, composto da cuscino gonfiabile per il collo e relativa foderina, mascherina e tappi per le orecchie.
H18:20 linate, h19:40 paris charles de gaulles.
A parigi c'è il sole! Prendiamo la Rer per arrivare verso le 21 all'home latin, il nostro hotel nel quartiere latino. L'albergo è spartano: dato che i nostri detergenti sono nelle valigie, già partite per chicago, alberto deve elemosinare 2 bustine di docciaschiuma al receptionist ... E chiedere in prestito il mio spazzolino, dato che ha imbarcato pure quello! La posizione dell'hotel è bellissima: fuori pullula di gente ed è pieno di ristoranti.
Dopo cena facciamo una passeggiata intorno a notre dame, percorrendo alla luce della luna piena anche un breve tratto lungo la senna. Ci imbattiamo in due spettacolini improvvisati: un cantante che accompagnandosi con la sua chitarra raccoglie un drappello di amanti del reggae, e dei roller freestyler alle prese con slalom e salti.

lunedì 3 agosto 2009

PS Figo!!!! Qui è il 3 Agosto, ore 1.55, mentre il primo post è segnato come domenica 2 Agosto ore 16.42: è già in ora Californiana?!

The Californian Loop

Stiamo preparando questo viaggio già da alcune settimane: non capita tutti gli anni di poter scorazzare dalla California all'Illinois per più di due settimane.

Siamo ancora immersi tra la raccolta di informazioni da guide turistiche ed amici, la pianificazione delle tappe, la preparazione logistica (lista dell'indispensabile da portare e sua equipartizione tra le valigie, allestimento delle mappe sul navigatore ecc) ma ...

domenica, pranzo a casa dei genitori, la mamma si raccomanda di farci sentire ... ed ecco che Olga si sbilancia: scriveremo un blog raccontando le nostre giornate. Ci riusciremo davvero?